Il Bene comune
 

Riflessioni sul ruolo delle donne nella nostra comunità

Parlare di Bene comune ha più che mai oggi un senso profondo, in un momento di grande sconvolgimento produttivo, economico e sociale nella nostra comunità legato agli anni della pandemia.

C'è la necessità che la collettività, nel contesto civile e politico, debba essere fortemente ispiratrice di valori, idee e principi orientati al Bene comune per uno sviluppo integrale della comunità.

Il concetto di Bene comune è filosofico Aristotelico e Cristiano e si basa sull'Uomo inteso come essere sociale che vive e si esprime in pienezza all'interno della comunità.

Non vi è dubbio che lo sviluppo sociale e le azioni politiche devono garantire a tutta la collettività e a ciascuno i beni materiali necessari ad una vita dignitosa.

Tuttavia il Bene comune, che è scopo ultimo dell'agire sociale della politica, non è la somma dei beni materiali individuali che a ciascuno vengono garantiti ma è il Bene che deve favorire la crescita integrale della collettività.

E' necessario un richiamo molto forte ai Cristiani e ai laici ad osservare e soprattutto ad agire concretamente attuando i principi del Bene comune lungo le strade della nostra città attraverso l'impegno politico, la compartecipazione solidale dei beni, la spinta educativa dei più fragili e la partecipazione al confronto culturale.

Le nostre comunità devono diventare luogo di formazione di coscienze libere nel Bene.

Il nostro Papa Francesco sia nella Enciclica "Laudato Sii", sia nella "Fratelli tutti" ci insegna che la preoccupazione di promuovere il bene di tutti e il bene di ciascuno deve inglobare la Casa Comune e ci parla di una concezione di Ecologia Integrale che deve occuparsi di trovare il giusto equilibrio tra tutti, nel rispetto dell'ambiente, ma anche nella rimozione delle cause di discriminazione e di povertà .

Il bene comune è dunque un bene relazionale che implica la necessità di occuparsi dell'altro e di portare gli uni il peso degli altri.

Questo significa dovere pensare al bene di tutte le categorie e soprattutto dei più poveri, dei migranti, dei ragazzi fragili, dei bambini non ancora nati, delle donne.

Oggi sono tante le donne che cercano di conciliare la vita professionale e gli impegni familiari.

Le madri/lavoratrici assolvono l’impegno di allevare ed educare i figli.

Le donne lavoratrici che non sono madri in ogni modo, hanno uno sguardo sul mondo fatto di tenerezza e attenzione che è caratteristica naturale del genere femminile.

Il punto di partenza di ciascun essere umano è il suo essere stato generato:

tale evento straordinario quanto naturale imprescindibilmente riguarda l’universo femminile

Nel corpo della donna ha luogo la vita prenatale che ha un valore fondamentale perchè lascia un’impronta iniziale nella formazione della persona.

Durante il periodo di gestazione si forma il temperamento dell’essere umano e sin dal concepimento il bambino è dotato di una propria identità psico-genetica. Le personalità ha le sue basi neurofisiologiche molto verosimilmente nel grembo materno e solo successivamente viene sviluppata in una società che si auspica capace di essere inclusiva e solidale.

Generare un essere umano è molto più che partorirlo, implica aiutarlo a sviluppare il proprio potenziale per realizzarsi e vivere una vita in pienezza .

Si comprende il ruolo straordinariamente meraviglioso delle donne che nella generatività partecipano al miracolo della Creazione.

La capacità generativa femminile si manfesta anche al di là della gravidanza, declinata in molte forme e in molteplici contesti, dal contesto familiare alle attività produttive e alla professione.

Le donne in qualsiasi contesto sono capaci di generare contesti relazionali fondati sul rispetto, sull’accoglienza, sulla valorizzazione delle differenze.

Tali competenze finalizzate al Bene evitano le logiche della competizione e del potere e sono alla base di una crescita sana della società .

La cultura giustamente egualitaria occidentale ha puntato sulla eliminazione delle differenze tra uomo e donna, talvolta spingendosi fino alla affermazione che l'individuo è neutro e può costruire da sé la propria identità.

Tuttavia anche quando la donna rivendica la parità, raramente rinuncia alla peculiarità del proprio essere e questo inevitabilmente rende complicato il duplice ruolo di donna/madre e lavoratrice.

Nel mondo moderno il lavoro, oltre che per la realizzazione del sé nel contesto collettivo, è indispensabile per contrastare la povertà, la violenza, l’esclusione e le donne giustamente chiedono lavoro.

Secondo le stime dell’ONU nel mondo più del 70% delle persone che vivono nell’indigenza, sono donne. Una povertà economica che corrisponde anche ad una poverta culturale che limita profondamente le possibilità di conoscenza emancipazione e liberazione.

La violenza di genere, fisica e psicologica, tristemente presente ancora oggi nella nostra società e nella nostra comunità trova le sue radici ancora nella discriminazione e negli stereotipi di ruolo.

E' necessario promuovere una cultura della convivenza tra donne e uomini, nella consapevolezza che il mondo è affidato alle une e agli altri.

Proteggere la dignità della donna significa rispettare sempre ciò che è femminile evitando che la donna, nel suo sforzo legittimo per inserirsi in una società ancora maschilista, perda le proprie specificità. E' compito di una collettività che punta al Bene comune, valorizzare il ruolo femminile affinché le donne offrano il loro contributo in termini di competenze, ma anche di sensibilità, intuito e dedizione, nella piena collaborazione e integrazione con la componente maschile

Sostenere la donna significa evitare di incasellare ogni richiesta femminile nel grande contenitore del femminismo, nel quale convivono rivendicazioni più o meno condivisibili.

E' necessario chiedersi, alla luce della straordinaria unicità del potenziale femminile, se c'è un sufficiente riconoscimento sociale ed economico del valore delle donne nella nostra comunità e quale spazio trovano le donne per esprimersi.

Quali sono le possibilità date alle donne tali da consentire una loro più attiva partecipazione alla vita e alla crescita produttiva, economica, sociale e culturale della nostra comunità.

E' necessario che la comunità civile e politica incentivi il lavoro femminile attraverso la garanzia dei servizi che consentano alle donne di conciliare famiglia e lavoro.

Pensiamo a corsi di formazione dedicati a sviluppare talento e capacità femminili.

Pensiamo alla necessità di una rete digitale dedicata alle offerte lavorative sul territorio per le donne, che possa garantire la possibilità di un impiego regolare e adeguatamente retribuito.

Pensiamo alla necessità degli asili nido comunali e a mezzi pubblici efficenti sul territorio.

Pensiamo alla integrazione sociale e lavorativa delle donne migranti con lavori regolari.

Pensiamo ad un sistema locale di monitoraggio, promozione e sostegno di opportunità di lavoro e alla rimozione degli ostacoli culturali e sociali che impediscono una reale parità di genere sul territorio.

In questo progetto pensiamo sia fondamentale il ruolo della Chiesa e di tutte le Associazioni che operano in sinergia per il Bene comune della nostra collettività e pensiamo ad una Politica fatta di alleanze trasversali su temi precisi che hanno un ruolo critico per la crescita della collettività e che rivestono una dimensione globale.

Fabiola Galvani

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