CPSL XII VICARIATO – CONSIDERAZIONI PER LA LETTURA DEL DATO DELLE ELEZIONI 2022
 

La CPSL del XII vicariato su esplicito invito dell’Arcivescovo Renna è stata chiamata a dare una lettura dei dati delle elezioni dello scorso settembre.

Non si tratta di una analisi politologica ma di una semplice osservazione che esprime riflessioni e considerazioni alla luce del discorso sociale della Chiesa.

L’obiettivo ulteriore sarà sicuramente quello di mettere in pista un’azione riflessiva di lunga gittata che si concretizzi in attività di coinvolgimento di giovani e meno giovani (“scuole di politica”, incontri, seminari, ecc). Un servizio insomma rivolto ad inventare stimoli, occasioni, progetti per abbassare la disaffezione politica e rieducare alla partecipazione per il bene comune.

AFFLUENZA E PARTECIPAZIONE ELEZIONI POLITICHE 2022
        
DATO NAZIONALE
elettorivotanti%votanti%non votantinulle%nullebianche%bianche
46.021.95629.355.59263,7936,21817.2512,78492.6501,68
  
ELEZIONI 201873,0126,99 
  
DATO REGIONE SICILIA
elettorivotanti%votanti%non votantinulle%nullebianche%bianche
2.121.5751.196.98456,4243,5889.2937,4659.5424,97
  
  
DATO COLLEGIO
elettorivotanti%votanti%non votantinulle%nullebianche%bianche
371.375211.74157,0242,987.6473,616.8833,25
  
  
DATO PATERNO'
elettorivotanti%votanti%non votantinulle%nullebianche%bianche
36.65121.76959,4040,608493,901.0955,03
  
ELEZIONI 2018 64,7635,24    

Prendendo come riferimento la sintesi dell’istituto SWG, che alleghiamo alla nostra breve relazione, possiamo considerare:

Flussi di voto

  • Fratelli d’Italia ha incrementato il consenso attingendo dalla Lega Nord per l’indipendenza della Padania e da Forza Italia (coefficiente di correlazione 0,98 fra incremento Meloni e arretramento Salvini/Berlusconi che prescinde dall’assenza o presenza del governo Draghi).
  • Partito Democratico penalizzato da voti tolti da Calenda/Renzi recupera dal bacino M5S.
  • Movimento 5 Stelle soffre una fuoriuscita verso l’astensionismo. Sposta il baricentro dell’elettorato più a sinistra.
  • [Regionali Sicilia. Vittoria del centrodestra con Schifani al 42,1 seguito da De Luca che raccoglie consenso “antipolitico” e il voto di protesta attingendo un po’ da tutti gli altri tradizionali schieramenti.]

Voto di segmenti socio-demografici

  • Voto delle donne. Si astengono significativamente più degli uomini. Leggermente più accentuata la preferenza per il PD.
  • Voto dei giovani (18-34enni). Meno inclini a votare centrodestra. Più consenso a formazioni minori.
  • Voto dei 35-54enni. FdI attrae i soggetti di media età più inclini a recarsi alle urne.
  • Voto dei lavoratori autonomi. Confermano preferenza per centrodestra in particolare per Fratelli d’Italia.
  • Voto degli operai. Astensione in misura maggiore della media. Premiano soprattutto M5S e Forza Italia.
  • Voto dei pensionati. Tendono ad aderire più alle formazioni maggiori. PD e Forza Italia li attraggono in modo particolare.
  • Voto del ceto medio. Il PD non è più un riferimento. Consenso leggermente maggiore a Fratelli d’Italia.
  • Voto di chi ha difficoltà economiche. Premiano in modo significativo il M5S, ma molti si astengono.
  • Le percentuali di “non voto” più consistenti sono appannaggio di chi ha difficoltà economiche (46%), di operai (45%) e delle donne (41%). Questa disaffezione può voler dire che la politica non riesce più a dare riposte significative.

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Considerazioni politiche. Di seguito elenchiamo una serie di valutazioni e anche di domande che lasciamo aperte a successive riflessioni da proporre anche in ambito diocesano.

  • Dal prendere parte al sentirsi parte e viceversa. I livelli di partecipazione sono molteplici. Possiamo immaginare un’asse di intensità che contempla inattivi, conformisti, riformisti, attivisti, contestatori, chi raccoglie informazioni sommarie, chi si coinvolge più o meno in partiti e campagne elettorali, chi si candida, ecc. Paradossalmente potrebbe esserci chi non è andato a votare per una scelta che ha alla base coinvolgimento e raccolta di informazioni, mentre fra i votanti potrebbe esserci chi ha scarsissime informazioni e interesse. Chi dimostra più civic culture? L’astensionista che non si reca alle urne differisce in modo così significativo da chi vota scheda bianca o la rende nulla? L’indicatore dell’astensionismo è da solo sufficiente per spiegare il fenomeno della non-partecipazione nella sua totalità e complessità?
    i valori del sentirsi parte e del prendere parte sono strettamente correlati a un solidarismo genuino che prescinde dalle solite analisi costi-benefici. Questo solidarismo genuino va rifondato anche attraverso i <<piccoli gesti di cura reciproca>> (Lett. enc. Laudato si’, 231).

L’oscillazione e l’incertezza. A luglio 2022 Mario Draghi aveva un consenso superiore al 50%. Dopo due mesi l’unico partito di opposizione al suo governo vince le elezioni.  Le fluttuazioni di voto sono state sempre presenti. Ai nostri giorni il voto assume però sempre di più il colore e il tono dei prodotti di consumo progettati per una rapida obsolescenza: un voto e un consenso “in plastica biodegradabile” per dirla alla Baumann.
Altrochè o Sole o Luna. Mi sa che sarà Terra e trasformismo. Come sempre. Luca Ricolfi. www.fondazionehume.it  - 2 agosto 2022.
Nel nostro mondo postmoderno non c’è posto per la stabilità o la durata. L’apparenza prevale sulla sostanza, il tempo si frammenta in episodi, la salute diventa fitness, la massima espressione di libertà è lo zapping. Dalle macerie del vecchio ordine politico bipolare sembra emergere solo un nuovo disordine globale. Le figure emblematiche che abitano questo traballante universo sono il giocatore (in borsa o alla lotteria) e il turista, lo sdraiato e il <<collezionista di sensazioni>>. Bauman, La società dell’incertezza.

  • Le polarità annullate o fuzzy. Coerente con questa idea di società liquida è la certa confusione fra destra e sinistra già chiarita e fotografata da politologi e sociologi circa vent’anni fa.
    Nel 2005 era nitido lo swap (scambio, sostituzione) fra politiche notoriamente tipiche della sinistra (spesa sociale, welfare, meno occupazione atipica, più deficit pubblico, meno lavoro nero, ristagno privatizzazioni, regolazione mercato del lavoro, ecc) attuate da governi di centrodestra e politiche notoriamente tipiche della destra (meno pressione fiscale, meno deficit pubblico, più privatizzazioni ecc) attuate da governi di centrosinistra (Cfr. L. Ricolfi, Dossier Italia, Il Mulino, 2005).
    Può davvero l’elettore orientarsi in una situazione così fluttuante ancora oggi attuale e aggravata da ulteriore frammentazione negli schieramenti politici e genesi di nuovi partiti sempre più simili a liste civiche nazionali?
  • Delegittimazione avversario vs confronti di idee e programmi. Possiamo considerare che nella competizione elettorale hanno avuto e hanno il sopravvento messaggi opposti di delegittimazione piuttosto che confronti di idee e programmi?
    Possiamo considerare che le elezioni (amministrative e politiche) sono vinte da chi riesce meglio a sintonizzarsi con gli umori profondi dell’elettorato? Fra questi umori potremmo annoverare arretratezza, tradizionalismo, materialismo, qualunquismo, tendenze antipolitiche, pulsioni individualiste.

I discorsi politici ascoltati e visti durante la campagna elettorale più che essere intrisi di ideologia, progettualità sociale e focalizzazione del “bene politico” (Cfr. P.Trupia, Logica e linguaggio della politica, p. 39-40) hanno avuto le caratteristiche di advertising commerciali ammiccanti orientati al c.d. “voto di pancia”.

  • Voto “giovane” e voto “d’esperienza”. Chi è più disincantato come gli over 50 tende a “riposarsi” su posizioni e consensi a partiti tradizionali e/o conservatori collocati più nel centrodestra. Chi è più giovane tende ad essere attratto da visioni del mondo nuove, da grandi ideali, da progetti di cambiamento, da utopie e visioni progressiste.

C’è in loro molto senso di inadeguatezza, sentimento di non farcela, difficoltà a vedere prospettive per il futuro perché la generazione precedente non ha saputo trasmettere fiducia. Siamo noi adulti a renderli passivi, a non dare loro in eredità strumenti contro il panico, i disturbi del comportamento, la fuga dalla fatica e dal dolore. Siamo noi che non siamo stati presenti nella loro crescita, eccoli o in fuga da noi non più capaci di essere presenti. Se c’è una responsabilità urgente che dovranno assumersi i nuovi governanti è accorgersi di questa nuova generazione e operare per essa, a cominciare dai percorsi educativi sempre meno capaci di indicare il senso e il valore da dare al lavoro, lontani dalla  vita civile che sa indicare orizzonti condivisi per la polis, aiutando i giovani a sentirsi pensati, riconosciuti e convocati dalla politica. Lo affermo da vecchio: è urgente che la politica, prima di tutto il resto, pensi alle nuove generazioni. <<Chiunque governi pensi ai giovani>> Enzo Bianchi, La Repubblica 26/09/2022”

Considerazioni cristiane.
Sono strettamente connesse alle considerazioni politiche sopra riportate e potrebbero rappresentare sintesi e istanze da innestare nelle riflessioni del cammino sinodale.

  • Cristianesimo “liquido”?  I lavori delle commissioni per la pastorale sociale e del lavoro sono al servizio di quel contributo che la Chiesa deve dare alla formazione dell’uomo e alla sua coscienza. Sarebbe questo il piano del “prepolitico” o del “prepartitico” valido presupposto per agire nella triplice direzione della formazione della coscienza dei credenti, nell’opera di riscoperta della politica e nell’affiancamento di chi è già impegnato attivamente nel servizio del bene comune. (Cfr. prefaz. di P. B. Sorge in E. Pintacuda, Breve corso di politica, Rizzoli 1988).
    C’è da chiedersi se conserviamo la nostra qualità di cattolici solidi e solidali o se invece ci si è indeboliti a tal punto da non essere più riconoscibili neanche nella sfera dell’impegno politico.
    Sappiamo che la storia politica italiana ha decretato la fine di un partito ad esplicita ispirazione cristiana che nel bene e nel male rappresentava un punto di riferimento per i cristiani votanti e attivi in politica. Sappiamo pure quanto la spinta ad essere sale e luce agendo nel tessuto delle formazioni sociali e politiche rischia di essere devitalizzata per la stanchezza dei c.d. “corpi intermedi” che faticano a veicolare la partecipazione. (Cfr. A. Michieli in rivista Appunti, n° 1, 2021)
    Non succede dunque di avvertire un cristianesimo “liquido”? (per usare il termine tanto caro a Baumann)
    Se è data e confermata questa “liquidità” cristiana non si rischia davvero di far galleggiare o costruire con cemento annacquato ogni progetto sociale e politico o peggio ancora di non essere capaci di progettualità? Come interpretare e risolvere la questione?
    Nei gesti di bene delle relazioni quotidiane e semplici, nella piccolezza del dono interpersonale, sottolinea Francesco, sta il codice genetico della charitas che dà forma ad ogni impegno di grande respiro politico e sociale.
  • L’ animus del Buon Samaritano. Ci potrebbe essere il rischio di un impegno ipocrita dei cristiani. Il rischio è quello di non avere l’animus del buon samaritano, di non sporcarsi le mani in una relazione d’aiuto caritatevole personale preferendo delegare istituzioni, servizi sociali ecc. Il buon samaritano incontrando l’indigente abbandonato non esclama “Ma dove sono i servizi sociali?”.
    È necessario pensare dunque a una ristrutturazione/ripresa del cristiano e a nuovi percorsi e itinerari di evangelizzazione e testimonianza (oggi il cristianesimo sembra essere trattato come una “notizia” in realtà dovrebbe trattarsi di una “Bella Notizia”) e serve una solidità capace di carità “un momento prima dell’impegno politico”.
    Parafrasando l’Inno alla carità di San Paolo: << Se pure fossi impegnato nel sociale, nel volontariato, in politica, se organizzassi incontri, studi, conferenze, se pure fossi un grande leader carismatico in grado di governare aiutando chi non ce la fa, ma non avessi la carità, sarei come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna>>.