I giovani e il lockdown! Le amicizie, oltre le restrizioni.
 

Quando il telefono vibrò sul comodino emanando il suo sordo grzzh, Salvo stava spulciando, per l’ennesima volta, la homepage di Netflix. No che non sapesse cosa la piattaforma avesse da offrire, ormai infatti conosceva a memoria tutto il catalogo, ma quella ricognizione era diventata un appuntamento stabile nelle monotone serate dei finesettimana in lockdown, un po’ come una ronda per un pattugliatore. Annoiato tirò un’occhiata al cellulare. Era la sua amica Chiara:
«Ehii che combini?»
«Mi preparo per uscire» scrisse Salvo infagottato nella sua vecchia felpa. Aveva voglia di beffarsi un po’ dell’amica.
«Esci?!? Ma dove vai? È successo qualcosa?»
«No, no, tutto ok. Esco perché mi va…»
«Salvo, ma sei scemo?!». Salvo rideva già, immaginando il volto paonazzo dell’amica. «Siamo in lockdown dove vuoi andare?». Per un attimo sembrò che il messaggio prendesse vita parlando con la voce puntigliosa di Chiara. «Ma dico… non ti importa niente di tutti i problemi che ci sono e delle persone che stanno male?? Ma lo sai quanti contagi si sono contati questa settimana?». Salvo era contento perché la sua amica era caduta nel trappolone proprio come lui si aspettava, ma quando vide sul display la scritta “Rompiballedelmiocuore sta registrando” (era così che aveva affettuosamente memorizzato il numero dell’amica), decise di stoppare subito Chiara, ormai evidentemente lanciata in una delle sue travolgenti arringhe senza fine.
«Stavoooooo scherzandooooooooo. Ti prendevo in giroo vitaaa. Ma dove vuoi che vada! Era solo per farti innervosire!».
La registrazione venne bloccata. Passarono 4 secondi.
«Sei il solito cretino» diceva il nuovo messaggio.
«ahahahhaha Ma daiiiii. Sai che ti voglio bene…» rispose divertito, ma sincero, l’amico.
«Si sì… comunque… mi hai fatto venire nostalgia… e anche un po’ di malinconia». Salvo immaginò il volto un po’ triste di Chiara.
«Scusa… non volevo…» scrisse timoroso di aver turbato l’amica.
«Ma no scemo! Che hai capito!? È solo che avrei voglia di uscire, trascorrere un bellissimo venerdì sera come facevamo sempre insieme a tutta la nostra comitiva. Fare tardi. Ridere. Raccontarsi tutte quelle storie pazzesche su cose così ordinarie… mi manca l’ordinarietà… strano che apprezziamo le cose che facciamo sempre solo quando poi non possiamo più averle!».
In realtà Chiara sapeva benissimo il valore di quelle cose, ma stranamente quando si è liberi non si ha il coraggio di ammettere, a chi ci sta attorno, quanto si apprezzino quei momenti. Una cosa è certa, pensò guardando il display del telefono, per quanto fosse consapevole della gravità del momento avrebbe fatto carte false per “rivivere” quella quotidianità. Lesse il messaggio «Stasera c’è la nuova puntata. Su quale colore scommetti? Rosso, giallo o arancione». Era diventato un appuntamento, un colore: poteva cambiare tutto. Rispose velocemente e posò il telefono. Accese la tv e iniziò a seguire la conferenza stampa. Sicilia zona arancione.
«Non ne usciremo più!» scrisse Salvo alla sua amica.
«Certo che ne usciremo! E apprezzeremo la vita come non mai! Non vedo l’ora di riprendere i nostri soliti caffè!!» scrisse Chiara con entusiasmo, non era quello il momento di cedere allo sconforto o alle lamentele. Bisognava essere forti e speranzosi, era un dovere nei confronti di chi lottava legato ad un respiratore.
«Hai ragione… non vedo l’ora di prenderti in giro perché vieni al pub con i romanzi d’appresso!! ahahha».
«Ma cosa ne devi capire tu!» rispose divertita Chiara, «Ti devono dare solo da fare casino il venerdì sera, saltando da un tavolo all’altro come se fossero tutti tuoi amici mentre canti a squarciagola… che sei anche stonato!». Scriveva e sorrideva.
«Senti Maria Goretti, ti ricordo che le nostre comitive si sono conosciute così!!».
«No Salvo, non proprio. Hai sbagliato tavolo, non tanto per l’entusiasmo del divertimento quanto per qualche birretta in più! Ahahha e Paolo e Saverio sono venuti a riprenderti mentre ci schiattavamo da ridere. A proposito, non te l’ho mai detto, ma la tua pronuncia di “We will rock you” non è del tutto corretta».
«Ahahahahah! Sei la solita secchiona! Ma l’importante è che siamo diventati tutti amici. Paolo e Cinzia si sono persino fidanzati! (poveri… che brutto periodo per loro). E poi abbiamo sugellato la nostra nuova amicizia con un bel cornetto di mezzanotte!».
«… erano le 3 del mattino…».
«… e sì là siamo dai…».
«… noi abbiamo mangiato un cornetto, Salvo. Tu ti sei calato due cartocciate col kebab, una fetta di pizza al trancio e un involtino crema e pere! Sei una discarica».
«Mamma mia… la solita puntigliosa! E poi come fai a ricordartelo?! È successo più di un anno fa ormai. Non ricordo che ho mangiato oggi a pranzo io! ahahhaha».
«Io ricordo tutto, soprattutto adesso che manca! Ma torneranno. Torneranno le nostre uscite, i nostri raduni, Saverio che fa tardi perché deve finire le mangiate dalla nonna con tutta la sua settima generazione riunita, i karaoke, gli aperitivi più cibo che Spritz. E…».
«… e le albe e i tramonti favolosi sulla nostra Collina storica. Quando il cielo si tinge di rosso e di blu e il Simeto riflette come argento sotto il sole, mentre il nostro Castello ci osserva e custodisce granitico e sicuro di rimpetto alla sua magnifica Etna».
«Sei serio solo quando parli di Paternò… è bella questa cosa», scrisse Chiara con sincera emozione.
«E’ bellissima!» rispose l’amico.
«Basta resistere un altro po’. Andrà tutto bene!».

di Mariachiara Papa e Alessandro B. Paternò