LETTERA APERTA ALLA CITTA
 

L'approssimarsi delle elezioni amministrative di Paternò ha suscitato nella Commissione Socio Pastorale del XII Vicariato di Paternò e Ragalna una riflessione in coerenza con i temi di carattere sociale e politico ampiamente esplicitati nel Magistero della Chiesa e in continuità con le idee e gli inviti già partecipati alla cittadinanza attraverso le precedenti “lettere aperte”[1].

Le elezioni saranno una preziosa occasione per i nostri concittadini non solo di esercitare il diritto-dovere del voto, ma anche di partecipare in maniera propositiva affinché la città possa avere la giusta rappresentanza.

Il rischio di cedere alle lusinghe del potere anziché alla logica del servizio sembra insinuarsi ancora oggi con lampante evidenza in molti ordini e gradi sia istituzionali che politici. Porre attenzione per evitare “mali passi” (Don Sturzo) rappresenta un primo invito a far proprio quanto espresso nel Vangelo di Luca 17, 5-10: “siamo servi inutili”, ovvero, siamo servi senza utile. [2]

Dato il prevalere di interessi egoistici di qualunque ideologia, che mettono in atto consensi fondati su convenienze o costrizioni anziché su convinzioni politiche valutate e ponderate, ci sembra prioritario fare crescere il senso di comunità, fondato sul bene comune, bene diverso dal bene particolare di molti o di una parte e rigettiamo la presunzione di chi confonde il diritto con il favore degradando la dignità dei cittadini che chiedono risposte alla politica.

I componenti della Commissione ritengono pertanto necessario esprimere ai candidati delle prossime elezioni amministrative, nonché a tutti gli elettori, un piccolo elenco di punti/valori non negoziabili sui quali crediamo che occorra confrontarsi affinché dalle urne vengano eletti candidati che possano spendersi per il bene comune, con uno stile di onestà, credibilità e affidabilità:

  • Impegno per la legalità, lotta alla mafia e alla corruzione. No a situazioni di accertata vicinanza alle logiche mafiose. Chiediamo trasparenza nell’affidamento degli incarichi e degli appalti, iniziative concrete contro il racket e l’usura, anche sostenendo le associazioni che se ne occupano, impegno concreto anche contro l’evasione fiscale, assegnazione e valorizzazione dei beni confiscati alla mafia. La lotta alla mafia non è soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale, anche religioso, capace di coinvolgere tutti, di abituare tutti a sentire il fresco profumo di libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità, e quindi della complicità. [3]
  • Cultura civica. La partecipazione politica ridotta al minimo, l’astensionismo imperante e il disinteresse complessivo per la politica che ha allontanato e disilluso i cittadini necessitano di un’azione tesa ad avvicinare la società civile alle istituzioni e al dibattito politico attraverso un continuo scambio di informazioni trasparenti e oneste e progetti di promozione culturale e umana.
  • Valorizzazione e coinvolgimento del volontariato. Incoraggiare e appoggiare le associazioni di volontariato vera ricchezza morale della nostra città rappresenta un beneficio per tutti. Diverse per ambiti di intervento e capillari, esse svolgono un silenzioso lavoro sussidiario nel favorire la solidarietà, combattere l’esclusione e aumentare la coesione sociale. [4] È indispensabile per i politici locali un’azione concertata e un lavoro di conoscenza e di interpellanza continua con il mondo del
    volontariato che rappresenta la più importante voce di un ideale bilancio non monetario ma morale.
  • Accoglienza. Gesù dice: “Ero straniero e mi avete accolto”.[5] Occorre facilitare politiche di ordinata accoglienza per chi nella nostra città viene per lavorare e trova sfruttamento e condizioni di vita disumane. Pregiudizi, distorte logiche di partiti populisti, ostacoli di ordine burocratico, rischiano di impedire e bloccare i sani impulsi di carità che possono mettere a disposizione il surplus di spazio (edifici vuoti), di tempo, di cibo, ecc.
  • Ambiente e bellezza. Patrimoni naturali e materiali come la “collina storica”, le Salinelle, il fiume Simeto, ecc., sono relegati da sempre a spot elettorali con scarsa capacità di integrazione in progetti che ne valorizzino l’esistenza e la fruizione. Riteniamo prioritario e importante: a) educare alla conoscenza di tali ricchezze poiché più si conosce e più si ama; b) attingere dalle conoscenze, dalle esperienze, dalle competenze sviluppate da numerosi cittadini e associazioni nel corso degli ultimi
    decenni; c) non sprecare protocolli di intesa, iniziative, progetti, già sottoscritti, da sottoscrivere e finanziabili che possono promuovere quanto di bello abbiamo nella nostra città. La bellezza ha una
    funzione “redentrice”[8]. E’ necessario abbandonare un certo cattivo gusto estetico sguaiato che degrada la città più che darle decoro.
  • Politiche giovanili La pandemia ha colto una società civile e politica impreparata. Occorrono atteggiamenti e comportamenti costruttivi ed equilibrati in modo che le restrizioni imposte non vadano a detrimento di pari opportunità sociali, economiche, culturali. Chiediamo pertanto scelte politiche atte a sostenere il diritto allo studio, la realizzazione di luoghi per le attività sportive, ricreative, culturali e la cura di quei pochi esistenti.

Auspichiamo che questi punti/valori possano arricchire il dibattito e il confronto tra i cittadini, per arrivare ad una visione quanto più possibile condivisa del presente e anche del futuro della nostra città.

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COMMISSIONE PER LA PASTORALE SOCIALE E DEL LAVORO DEL XII VICARIATO

[1] Vedi pubblicazioni delle “lettere aperte” sul blog www.shalla.it
[2] Cfr. Compendio della dottrina sociale della Chiesa, in particolare 417 e sgg.
[3] Vedi Il Discorso di San Domenico nel trigesimo della strage di Capaci letto da giudice Paolo Borsellino. In L’agenda rossa di Paolo Borsellino, G. Lo
Bianco e S. Rizza, Chiarelettere, Milano, 2010, p.101 e sgg.
[4] Lo sviluppo del volontariato è stato appurato essere più che un segnale di coesione sociale una risposta a un deficit di essa. Vedi Dossier Italia, L.
Ricolfi, Il Mulino, Bologna 2005, p. 74-75.
[5] Mt, 25,30
[6] Sulla vocazione politica della filosofia. D. Di Cesare, Bollati Boringhieri, Torino, 2018, p.135.
[7] Cfr. Lettera Enciclica Sulla fraternità e sull’amicizia sociale - Fratelli tutti -
[8] L’idiota, F. Dostoevskij, Mondadori, Milano, 2016, pp. 116; 549; 658; 763.